Partecipanti: Anna Porta,Stefania Chiodino,Federica Pritoni, Marina Bertolotti,Andrea Bovero,Valentina Bacchin, Roberta Bastita
Consigliere Referente: Alessandra Ronzoni e Giancarlo Marenco
Coordinatore/trice: Anna Porta
Descrizione:Il gruppo di lavoro nasce dalla volontà di collaborazione tra la SICP Piemonte e l’Ordine degli Psicologi del Piemonte in seguito all’esigenza di mettere in relazione diversi colleghi che
operano nell’ambito delle Cure Palliative, con il proposito di strutturare dei percorsi operativi il più possibile omogenei, nel rispetto dei vari modelli di riferimento dei colleghi e dell’eterogeneità dei contesti lavorativi.
Il gruppo di lavoro si pone l’obiettivo di indagare le modalità adoperate degli psicologi operanti nelle Cure Palliative, nel contesto della malattia inguaribile. Intendiamo approfondire le tipologie di intervento con la persona malata, la famiglia e l’equipe nei vari setting assistenziali quali l’hospice, il domicilio, l’ospedale, l’ambulatorio.
L’intento è quello di analizzare e comprendere i bisogni, le peculiarità del paziente terminale, quelle della famiglia e quelle dell’equipe, ma anche di approfondire quali sono gli ambiti di intervento e le procedure di attivazione della presa in carico psicologica nonché gli strumenti che vengono utilizzati lavorando nelle Cure Palliative. Alla luce di queste riflessioni sulla pratica, in base alle indicazione delle società scientifiche (SICP, EAPC), valutando quanto i lavori svolti a livelli nazionale e internazionale hanno evidenziato, delineeremo anche quali caratteristiche deve avere un percorso formativo per uno psicologo che lavora in questo ambito.
I volontari, nel campo delle Cure Palliative, sono un’ottima e spesso disponibile risorsa, gestita nella buona parte dei casi dalle Associazioni ed Enti erogatori e non erogatori di servizi.
La Federazione Italia Cure Palliative ha pubblicato, su indicazione della legge 38/10, il Core Curriculum del Volontario in Cure Palliative (2013). Qual è il compito dello psicologo nella formazione dei volontari in CP? Quali percorsi formativi si possono predisporre?
Le equipe di cure palliative sono multidisciplinari e interdisciplinari, ciò significa che oltre ad essere presenti nella equipe tutte le figure professionali che sono utili nell’assistenza del paziente, ogni figura deve possedere delle competenze specifiche delle altre professioni. I vari core curricola editati dal FedCP e SICP, hanno evidenziato la necessità di una formazione nell’ambito relazionale delle varie figure professionali. Che responsabilità ha lo psicologo dell’equipe a questo riguardo? La formazione continua degli operatori come e dove può e deve avvenire?
Il lavoro sarà svolto con un’attenzione importante alla normativa nazionale e regionale che regolamenta e determina gli abiti di intervento in stretta collaborazione con la SICP.
In tutto ciò non dobbiamo perdere di vista il fatto che i pazienti terminali non sono solo adulti, ma anche bambini, affetti da patologie incurabili di tipi diversi. Pochi sono i centri che si occupano di seguire questi piccoli pazienti e le loro famiglie. Per quanto siano esigui i numeri rispetto agli adulti è utile riservare uno spazio di riflessione anche a questa fascia di pazienti lavorando con colleghi esperti e proponendo le medesime riflessioni fatte con il target degli adulti.
Obiettivi: Obiettivo 1
Attraverso il confronto tra colleghi che lavorano nel campo del fine vita in equipe multidisciplinari, e possibilmente interdisciplinari, all’interno di strutture ben specifiche e attraverso un’attenta disanima della bibliografia nazionale ed internazionale, vogliamo descrivere e modellizzare l’operatività dello psicologo sia come costruzione del percorso di invio, sia sulla effettiva presa in carico del paziente e della famiglia, sia sull’attività svolta con l’equipe. Il frutto di questo lavoro condiviso potrà sortire l’organizzazione di un evento formativo che potrebbe coinvolgere anche altri ordini professionali (medici, infermieri, assistenti sociali…) e associazioni (fisioterapisti).
Obiettivo 2
Attraverso il confronto tra colleghi che lavorano nel campo del fine vita in equipe multidisciplinari, e possibilmente interdisciplinari, all’interno di strutture ben specifiche e attraverso un’attenta disanima della bibliografia nazionale ed internazionale, vogliamo descrivere le caratteristiche psichiche dei pazienti e dei familiari che attraversano questo periodo di vita, per costruire un approccio il più possibile funzionale al benessere della persona malata e della sua famiglia. Così anche l’analisi delle varie equipe operanti nel campo della terminalità ha una duplice finalità: delineare le caratteristiche delle equipe che operano in questo frame di tempo per renderle il più possibili adeguate a questo tipo di assistenza comprendere i punti di forza e i punti di debolezza per renderle più coese e funzionali al compito loro assegnato.
Il frutto di questo lavoro condiviso potrà sortire l’organizzazione di un evento formativo che potrebbe coinvolgere anche altri ordini professionali (medici, infermieri, assistenti sociali…) e associazioni (fisioterapisti).
Obiettivo 3
Attraverso il confronto tra colleghi che lavorano nel campo del fine vita in equipe multidisciplinari, e possibilmente interdisciplinari, all’interno di strutture ben specifiche e attraverso un’attenta disanima della bibliografia nazionale ed internazionale vogliamo costruire dei percorsi formativi da proporre a chi si occupa di formare gli operatori che operano (formazione continua) e opereranno in questo campo, grazie anche alla costruzione di una rete di contatti con i vari ordini professioni a carattere regionale o provinciale e le associazioni di professionisti e, ove fosse possibile, con gli atenei competenti.