IL DECORO DELLA PROFESSIONE È UN VALORE IMPRESCINDIBILE PER TUTTE LE PERSONE
Le strategie di marketing non possono e non devono dimenticarlo
In questi giorni siamo subissati da promozioni pubblicitarie delle piattaforme online che utilizzano strategie di marketing che vorrebbero essere raffinate e superare schemi preordinati quasi a voler comunicare «noi siamo avanti nel far conoscere l’utilità del rivolgersi a una Psicologa oppure a uno Psicologo al fine di prevenire il disagio mentale».
Queste promozioni hanno indignato la comunità professionale e hanno raccolto commenti critici di ogni tipo. Alcune domande sono sorte spontanee.
Siamo noi ad essere arretrati? Siamo realmente noi a non capire che il mondo si sta evolvendo molto più in fretta di quanto noi siamo capaci di capire? È la comunicazione che deve stare al passo?
Oppure siamo, invece, consapevoli che la nostra professione deve sempre essere in grado di unire la sostanza con la forma, la pubblicità con il decoro della professione?
Come si concilia il rispetto della sfera intima delle persone con accostamenti fuorvianti come se due aspetti di intimità molto diversi potessero conciliarsi, quasi fondersi tra loro per sostenersi a vicenda?
Altre professioni, come quelle dei medici e dei farmacisti, si sono misurate prima di noi con la presenza di catene molto attive, orientate commercialmente spesso anche in modo disinvolto e fuori dalle righe, nel proporre le loro offerte sul mercato. Queste offerte hanno scandalizzato e invocato norme di tutela per l’immagine delle professioni.
I temi che si pongono sono due. Il primo è la presenza delle piattaforme, fenomeno che nel giro di pochissimo tempo si è moltiplicato in modo tale che non può essere ignorato e che merita di essere affrontato nelle forme più rigorose, attente e opportune dagli Ordine territoriali, dalle Società scientifiche e dagli altri soggetti interessati alla professione. Sarà quello delle piattaforme uno dei temi che affronterà il Consiglio nazionale, anche sulla scorta delle riflessioni fatte in questa fase.
Il secondo è il fenomeno delle comunicazioni pubblicitarie e del marketing, che certamente non riguarda solo le piattaforme ma che si alimenta in modo nuovo ed esponenziale attraverso queste. Su questo aspetto c’è una Legge di riferimento e c’è il Codice Deontologico che prevedono competenze dirette di vigilanza e l’intervento degli Ordini territoriali (ad esempio dove ha sede legale una piattaforma), tuttavia è bene che ci siano anche riferimenti condivisi che nascono dal comune sentire di chi svolge la professione psicologica.
Bene ha fatto il CNOP ad annunciare che si affronterà il tema a livello nazionale con il coinvolgimento degli Ordini territoriali e delle loro commissioni deontologiche: il tema è delicato e richiede la collaborazione ed il coinvolgimento di tutti, abbiamo bisogno di principi e criteri condivisi in tema di comunicazione dei servizi psicologici.
La legge sulla pubblicità sanitaria, aggiornata nel 2023, ha stabilito che il messaggio pubblicitario in materia di salute, deve escludere “qualsiasi elemento di carattere attrattivo e suggestivo, tra cui comunicazioni contenenti offerte, sconti e promozioni, che possa determinare il ricorso improprio a trattamenti sanitari”.
La professione non può essere mercificata, questo deve essere chiaro.
In conclusione, riteniamo che la campagna di Unobravo non sia appropriata e in aderenza ai princìpi di autodeterminazione, rispetto e leale informazione quali fondamenta di ogni attività psicologica. Pertanto, chiediamo all’Ordine territoriale in cui risiede la sede legale di Unobravo di farsi carico di una presa in carico deontologica.
Ti ringraziamo per l’attenzione e Ti inviamo i saluti più cordiali,
IL PRESIDENTE Giancarlo MARENCO
LA VICEPRESIDENTE Georgia ZARA
IL SEGRETARIO Riccardo BERNARDINI
IL TESORIERE Andrea LAZZARA